sabato 3 aprile 2010

Racconti di umiliazione: la cameriera

Suonai il campanello, aspettai alcuni attimi e sentii un ticchettio di
passi avvicinarsi.


Quando terminarono capii che qualcuno aspettava lì dietro, presi la
busta dalla mia tasca e la infilai sotto la porta. All'interno di essa
c'era una mia dichiarazione controfirmata da un avvocato in cui
dichiaravo che entravo di mia spontanea volontà all'interno
dell'abitazione situata in via Delle Rose 46 ed all'interno di essa mi
sarei fermato per un periodo variabile compreso tra un giorno ed un
mese. Mi impegnavo a non divulgare quello che avrei visto, sentito o
vissuto all'interno dell'abitazione. Il contratto non avrebbe avuto
alcun valore se avessi ricevuto menomazioni permanenti durante il mio
servizio, la Signora si impegnava in tal senso.


Timidamente fu aperta e mi si presentò davanti una cameriera, o
meglio, una persona con una divisa di cameriera, il sesso
probabilmente era femminile dalle fattezze del corpo, i fianchi
leggermente larghi, la vita molto stretta, i seni abbastanza
pronunciati coperti completamente dalla divisa. Portava una maschera
femminile di buona fattura che copriva completamente la testa, il naso
era ricoperto dalla maschera che sembrava entrare anche all'interno
delle narici.
La bocca era costituita da due labbra femminili abbastanza carnose e
rosse tenute aperte da una pallina di gomma rossa che faceva da
bavaglio. Si poteva vedere una leggera umidità ai bordi delle labbra.
I capelli erano biondi, lunghi, sicuramente costituiti da una
parrucca, scendevano sulle spalle. Gli occhi erano delle lenti ben
fatte al di sotto delle quali si poteva intravedere il movimento degli
occhi reale.
La divisa era costituita da una gonna nera molto lucida sopra al
ginocchio probabilmente in latex, la gonna saliva lungo i fianchi dove
iniziava una divisa bianca con al di sotto una camicetta nera con
alcuni pizzi sui bordi.La camicia era allacciata fino al collo dove
ricopriva leggermente un collare abbastanza ingombrante che sembrava
lasciare pochissimo movimento al collo.Al di sotto della gonna si
potevano vedere delle calze nere e lucide, molto pesanti che
fasciavano il ginocchio e scendevano giù, alle caviglie dove un paio
di scarpe decoltè dal tacco altissimo quasi sembravano spezzare in due
il piede. Dei laccetti adornavano ogni scarpa dove si potevano
intravedere dei piccoli lucchetti chiusi ai loro estremi.


Le braccia erano coperte da lunghi guanti di gomma neri, molto fini,
ai polsi dei bracciali con alcuni anelli legati ad essi, gli stessi
anelli erano presenti vicino alle caviglie, sul collare e si
intravedevano dal di sotto della camicetta.


Entrai, nella casa, l'ambiente era poco luminoso, ero in una stanza
arredata in modo molto moderno, stile essenziale, lineare, elegante.
La cameriera chiuse la porta e mi indicò di togliermi i vestiti e di
appoggiarli all'interno di un cesto di vimini. Iniziai a svestirmi
mentre sembrava fissarmi attraverso i suoi occhi di plastica
inespressivi. Con un po' di vergogna tolsi le mutande e mi ritrovai
completamente nudo. Il cesto venne preso e portato via dalla cameriera
mentre mi trovavo in piedi in mezzo alla stanza, stavo per seguirla ma
con un gesto mi indicò di rimanere dov'ero.


Al suo ritorno mi condusse in un bagno dove mi stava aspettando una
vasca piena di acqua fumante, mi indicò di entrarvi, ma prima mi mise
sugli occhi una benda che non mi permetteva di vedere nulla. L'acqua
era molto calda ed aveva un forte profumo di sali, iniziò a
massaggiarmi ed a grattarmi con una spugna molto grezza, prima le
braccia, poi il busto, le gambe, il viso e la testa.
La cameriera si allontanò dalla stanza per un tempo che non riuscii
bene a definire, quando tornò mi fece mettere in piedi, mi mise delle
polsiere alle mani e mi legò in piedi sopra alla vasca. Iniziò quindi
una lenta opera di depilazione con un rasoio, prima le gambe, poi con
delicatezza ma con molta decisione la parti intime, ogni tanto con lo
spruzzo della doccia puliva le zone su cui stava operando. Busto e
schiena vennero puliti velocemente, poi ascelle, quella poca barba che
mi rimaneva, ultimo passaggio la testa che venne ripulita
completamente dai capelli presenti.


Io cercai di dire qualcosa, di porre una domanda ma subito venni
schiaffeggiato sul viso.


Finita la depilazione mi sganciò dalla vasca e mi legò le mani dietro
alla schiena e mi fece sdraiare per terra. Sentii che qualcosa veniva
inserito su per l'ano, del liquido caldo iniziò ad entrare nel mio
intestino, il calore avvampò il mio sedere, mi sentivo scoppiare.
Venni quindi fatto sedere su un water dove non riuscii a trattenermi,
la cameriera allora iniziò a schiaffeggiarmi con violenza, io capii
che dovevo cercare di trattenere il liquido il più possibile, non
sapevo per quanto tempo poiché la cameriera non poteva
comunicarmelo.Di nuovo venni fatto sdraiare ed un altro clistere venne
eseguito, questa volta però la schiava mi salì sulla schiena e capii
che dovevo resistere fino a quando lei non si sarebbe rialzata. Dopo
un periodo che sembrava interminabile sentii che il peso su di me si
alleggeriva, venni guidato sul water dove potei alleviare le mie
sofferenze.


Questa attività durò per svariato tempo, fino a quando la cameriera fu
certa che il mio culo fosse completamento pulito e lindo.


Venni slegato, gli occhi vennero liberati dalla benda, mi vennero
indicati degli asciugamani con i quali potevo asciugarmi ed un bidè
dove potevo sciacquarmi, io mi guardai in un grande specchio presente
nel bagno. La pelle era rossa, irritata dalla depilazione, non era più
presente nessun pelo sul mio corpo che era a chiazze rosa e rosse in
base alla forza con cui il rasoio aveva tagliato i peli.


Una volta asciugato venni condotto di nuovo nell'ingresso, dove aprì
un cesto con della biancheria all'interno. La cameriera mi fece cenno
di stare immobile mentre ne tirava fuori il contenuto, mi avrebbe
vestito lei con gli abiti adatti al mio nuovo lavoro.


Iniziò da un paio di collant neri molto elastici, sentivo che la
cameriera faceva un certo sforzo nell'infilare la calza lungo la mia
gamba, sentivo una compressione molto forte che partiva dalla caviglia
e via via proseguiva lungo le mie gambe.


Le calze avevano due aperture, in quella frontale fece passare il mio
pene che in quel momento era eretto ed eccitato, la seconda apertura
era posizionata dietro in corrispondenza dell'ano.


Dopo la prima calza la cameriera mi squadrò per un momento e ne tirò
fuori una seconda, dello stesso tipo, che iniziò nuovamente con più
facilità ad infilare sulle mie gambe, la pressione questa volta era
notevole, sentivo che le gambe e le chiappe erano prese da una morsa
molto forte, mi sentivo completamente fasciato.


Dopo quest' operazione la cameriera prese una cinghia dal cesto, era
una cintura di castità in cuoio e metallo che obbligava il pene a
stare nella posizione a riposo, mentre cercava di fissarla piegò il
cazzo in due facendomi male per riuscire ad infilarlo in una
gabbietta, vidi che la cintura presentava anche un fallo nella parte
posteriore che mi venne infilato a forza e con dolore su per il retto,
sentivo il culo che stava bruciando e stava esplodendo e non potevo
fare nulla per poter diminuire tale sensazione.


Le cinghie vennero strette e fermate tramite un lucchetto abbastanza
ingombrante, sopra alla cintura vennero infilati un paio di mutandine
femminili rosa con pizzo e ricami floreali, il tessuto era molto
sottile e si poteva tranquillamente intravedere quello che stavano
coprendo, quell' indumento nella sua inutilità era forse il più
umiliante tra quelli che fino a quel momento avevo indossato.


La cameriera mi fece infilare un paio di scarpe molto alte, del suo
stesso tipo, nere, altissime, lucide, sentii che le mie dita formavano
quasi un angolo di 90 gradi con la pianta del piede, le scarpe
avvolgevano la caviglia ed erano fermate con dei piccoli lucchetti che
ne impedivano la rimozione.


Vennero poi incollate delle protesi femminili sul seno, sentii mentre
le posizionava che il mio capezzolo veniva inserito all'interno di una
piccola cavità che sembrava avere una dentellatura.


I capezzoli finti erano molto grandi e marroni, la cameriera ne prese
uno con due dita e schiacciò.


Sentii che la pressione delle sue dita veniva trasferita sul mio vero
capezzolo tramite una specie di piccola pinza dentellata che mi fece
contorcere dal dolore.


La cameriera ripetè l'operazione sull'altro capezzolo e sembrò quasi
che provasse piacere nel vedere che la pinza svolgeva il lavoro
correttamente.


Sopra i seni finti saldamente incollati al mio petto mise un reggiseno
nero che li spingeva verso l'alto, sentii che il contatto con la pinza
aumentava anche se a riposo non stringeva il capezzolo e non provocava
dolore.


Sopra al busto arrivò il corsetto, abbastanza alto, partiva dai
fianchi ed arrivava a coprire una parte del mio nuovo seno, era
steccato con lacci sulla parte posteriore e ganci sulla parte
frontale.


La cameriera fece cenno di appoggiare le braccia alla parete della
stanza, capii subito perché, con colpi vigorosi iniziò a stringere i
lacci del busto che molto velocemente stringeva i mie fianchi, ad ogni
espirazione la cameriera dava una stretta, sentivo che il tessuto e le
stecche schiacciavano le cinghie della cintura di castità che per
fortuna erano molto piatte.


Tentai di trattenere il fiato e di opporre con i muscoli addominali
una minima resistenza.


I colpi arrivarono improvvisi ed inaspettati, prima su un fianco poi
sull'altro, il dolore che provai fece sì che il poco fiato che
trattenevo uscisse e che i muscoli doloranti si smollassero
permettendo un'ulteriore stretta del corsetto.


Dopo aver piazzato il busto mi fece cenno di girarmi e di muovere
qualche passo, mi sembrava di non aver mai imparato a camminare prima
di quel giorno, le gambe tremanti, il busto rigido, i piedi
insicuri,il cazzo che eccitato era stretto in una gabbia, il dolore ed
il calore che ad ogni passo si sviluppavano dal mio culo mi
infondevano molta insicurezza.


Dopo alcuni passi la cameriera fece cenno di fermarmi, prese dal cesto
dei guanti di plastica nera lunghi fino al gomito che mi fece
infilare, poi prese una camicetta nera con pizzi e merletti sul
davanti molto attillata sul giro vita, dal tessuto spesso e me la fece
indossare.


A questo punto mi indicò di seguirla, e mi condusse davanti ad una
porta in legno molto scura e massiccia, bussò in modo deciso.


- Avanti! -


La cameriera aprì la porta e mi fece entrare nella stanza. Era uno
studio, con un tavolo ovale in mezzo alla stanza, i pavimenti erano in
marmo, sulle pareti alcuni stucchi contornavano le finestre, il
soffitto presentava alcuni disegni, un tappeto orientale quadrato
copriva un angolo della stanza e due pesanti lampadari stile art decò
pendevano dal soffitto.


La signora stava aspettando seduta su una poltrona di pelle, il suo
look con mia sorpresa era molto normale e poco sexy, pantaloni neri ,
camicetta bianca, giacca e stivali con tacco normalissimo neri, la
statura era normale, i capelli neri e lunghi fino alle spalle, il viso
abbastanza piacevole che lasciava intravedere alcune rughe intorno
agli occhi.


- Finalmente sei arrivata! Dolly , la mia attuale cameriera, tra due
giorni smetterà di servirmi, e tu sarai la sua sostituta, se tu non
fossi venuta avrei dovuto chiedere alla poverina di servirmi ancora
per qualche settimana.


Dolly, la cameriera, sembrò essere presa da un tremito nelle gambe.


- Tu oggi entri al mio servizio principalmente per il tuo piacere, no
è vero?


Ma non è detto che l'idea che ti sei fatta della tua permanenza
coincida con la mia, sarebbe molto grave che una stupida serva possa
avere le stesse idee e gli stessi pensieri della sua padrona, non
trovi?


- Sì padrona - risposi


- Bene, mi eviti le solite noiose lezioni su come e quando si deve
rispondere.


Devi sapere che il tuo servizio ha tre obiettivi importanti:


Migliorare la tua educazione, mantenere questa casa in ordine,
eseguire qualunque mio ordine.


L'ordine di importanza è il seguente:


Uno: devi obbedire a qualunque mio ordine qualunque cosa esso
comporti. Non ti preoccupare, saranno tutti ordini che una stupida
serva come te con tanta fatica e tanto impegno riuscirà a portare a
compimento, se non ci riuscirai vorrà dire che non ti sarai dedicata
completamente a me, e questo comporterà delle conseguenze


Due: questa casa deve essere mantenuta in ordine, dovrai occuparti di
tutte le attività che riguardano l'ordine e la pulizia. Ogni tanto
potrai anche servirmi in cucina anche se ho dei dubbi sulle tue
capacità culinarie. Non vorrei che tu mi avvelenassi!


- Tre: è meno importante, la tua educazione. Se avanzerà tempo e se ne
avrò voglia cercherò di migliorare i tuoi modi e le tue maniere. La
tua divisa, non ancora completa, mi aiuterà in questo compito. Le
brave ragazzine devono avere una certa postura e devono sapersi
muovere e camminare "a modino".
Hai domande? Non pormele.


Cerca , con furbizia , se ne sei in grado chiaramente, di introdurre i
tuoi argomenti quando rispondi ad una mia domanda. Non essere prolissa
però, non ho la pazienza che tu invece dovrai dimostrare di avere.


E' chiara la prima parte del discorso, devo ripetere qualcosa?


- E' tutto chiaro, Signora.


- Bene, ora ti elencherò come in generale la tua giornata si svolgerà


Sveglia alle ore 5.30. Ti sveglierai da sola, ti alzerai, rassetterai
la tua camera, andrai in bagno dove ti farai un clistere, ti laverai,
ti depilerai da eventuali pelurie presenti, indosserai la divisa che
tra poco completeremo.


Tutti gli indumenti potranno essere messi senza l'aiuto di altri, per
il bustino sarà compito tuo stringerlo il più possibile da sola,
penserò poi io a completarne la chiusura. Dovrai comunque utilizzare
l'apposito allacciatoio che troverai nella stanza.


Dopo esserti vestita potrai consumare la tua colazione, hai una
piccola dispensa a disposizione in cui potrai di giorno in giorno
portare gli avanzi di cui io ti farò dono.


A volte, la sera, ti verrà consegnata una borsa che conterrà alcune
variazioni sulla tua divisa, potrai aprirla solo al mattino e non
prima, potresti anche trovare delle istruzioni scritte se crederò che
tu non possa capire l'utilizzo di quello che ti verrà fornito.


Dopo esseri vestita inizierai le faccende meno rumorose, stai attenta,
non amo essere svegliata prima del tempo.


Alle 7 verrai a svegliarmi, dovrai aver preparato la colazione come
Dolly ti mostrerà, mentre io la consumerò tu dovrai attendere mie
disposizioni nella stanza.


Alle 9 in genere esco di casa, tu in mia assenza dovrai eseguire i
lavori in casa ed aspettarmi.


Non ti elenco cosa dovrai fare perché credo che tu possa immaginarlo:
cucina, camere da letto, pavimenti, giardino etc etc.


Alle 13 mi servirai il pranzo e quando avrò finito potrai pranzare tu.


Alle 17 ti concederò una pausa di 15 minuti.


Alle 19 la cena.


Alle 23 potrai ritirarti nelle tue stanze dopo che ti avrò liberata
dai lucchetti, lì dovrai spogliarti completamente, mangiare gli avanzi
che ti avrò donato, lavarti, lavare gli indumenti che risulteranno
essere sporchi,ricorda, hai un solo cambio e a me non piacciono al
mattino le sguattere sporche o con cattivi odori prima di lavorare!


Prima di andare a letto indosserai il bustino notturno che dovrai
stringere il più possibile.


A volte, di notte, potresti essere chiamata, dovrai presentarti entro
5 minuti vestita con calze, scarpe, gonna, camicia e bustino notturno.
Non importa che tu indossi il corsetto diurno o gli altri accessori
che tra poco conoscerai..


Ascoltavo come incantato la voce della mia padrona, sapevo che per
giorni avrei sentito solo le sue parole e seguito i suoi ordini


- Devi sapere che ogni mia cameriera ha un nome di battesimo, tra poco
ti comunicherò il tuo. Non voglio assolutamente sentire nominare il
tuo vero nome di battesimo, è sbagliato, è un nome maschile mentre tu
sei una serva.


Ora completeremo la tua divisa.


- Dolly! Porta la borsa!


Dolly si mosse molto velocemente ticchettando sui tacchi alti, tornò
dopo un minuto con uno scatola abbastanza ingombrante fra le braccia.


La padrona iniziò ad inserire le mani nella scatola


- Questo sarà il tuo nuovo volto, è una maschera femminile che come
vedi è uguale a quella che porta Dolly, dovrai portarla in ogni
momento della tua giornata lavorativa.


La padrona si avvicinò ed iniziò ad infilare la maschera sul mio viso,
era fatta di latex liscio color pelle, dietro presentava dei lacci che
ne permettevano la chiusura che vennero subito stretti attorno alla
mia testa. La maschera scendeva fino sul collo dove si stringeva per
adattarsi ad esso.


- bene bene - disse la padrona - il tuo aspetto sta migliorando
sensibilmente, tu chiameresti queste operazioni "femminilizzazione
forzata" ma sai bene che di forzato in questo momento non c'è nulla.Ci
sono solo due passioni , la mia e la tua, che si sono incontrate.


Ora metterò una bella parrucca femminile sulla maschera, per te ho
scelto capelli neri, il biondo di Dolly mi ha stancata.


La parrucca venne posizionata sulla testa e fermata grazie a del
velcro in cima alla maschera.


- Ora metterò qualche lucchetto, in modo da allontanare qualunque tua
tentazione di alleviare le tue sofferenze. Avrai lucchetti alle scarpe
perché tra poco inizieranno a farti male i piedini che non sono
abituati ai tacchi che ti ho imposto


Ti metterò un lucchetto sul bustino, per evitare che tu non segua i
meie consigli per quanto riguarda la tua linea. Avrai un lucchetto che
bloccherà il collare che tra poco ti metterò, non vorrei che durante
il servizio tu abbandoni il tuo nuovo viso.


Tirò fuori un collare con scritto sopra un nome : "Elena", era simile
a quelle di Dolly, una volta posizionato bloccava il collo e rendeva
impossibile la rimozione della maschera.


Il lucchetto fermava sia la fibbia che stringeva il collare sia la
maschera sottostante.


- Bene, ora ti infilerai a divisa da cameriera costituita da gonna e
giacca nere, la cuffietta bianca sopra alla testa, il grembiule bianco
da legare ai tuoi fianchi. Tra poco farai un giro con Dolly che ti
spiegherà quali sono i tuoi compiti nel dettaglio.


Vieni Dolly! Ti tolgo il bavaglio. Avrai molte cose da dire alla tua
nuova collega!


Mi raccomando, parla solo delle attività da svolgere, NESSUN ALTRO
DISCORSO, sai che posso ascoltare quando voglio quello che dici.


Ci vediamo tra un'ora in questa stanza.


Dolly mi accompagnò e mi fece vedere tutte le stanze della casa, non
entrammo solo in una dove mi disse che era una stanza privata della
signora.


Vi era anche una soffitta dove però non andammo, la padrona , mi disse
Dolly, non gradiva che vi si salisse per la nostra incolumità ,
saremmo potute cadere dalle ripide scale!


La casa era disposta su due piani, con un seminterrato adibito a
cantina. Vi scendemmo e l'aspetto era abbastanza sinistro, la porta
era molto pesante, le pareti erano ricoperte con un materiale morbido
e giallino, sulla stanzone principale adibito a cantina si
affacciavano alcune porte di acciaio chiuse con un lucchetto.


Al nostro ritorno dal giro turistico rientrammo nella stanza della
signora.


Vidi con sorpresa che in un angolo della stanza erano stati riposti
alcuni accessori per le pulizie.


Una scopa, un cassettino porta polvere con bastone, un piumino per
spolverare.


La padrona mi arrivò dietro di noi silenziosamente, mi toccò il culo
con la sua mano e la infilò sotto la gonna.


- Controlliamo che Dolly abbia fatto un buon lavoro con la cintura,
non vorrei che il tuo minuscolo pisellino scappi dalla gabbia.


La mano prese la gabbia sotto la gonna e la strattonò con forza, le
cinghie si tirarono sui fianchi, il lucchetto fece rumore ed il dildo
che avevo nel culo si mosse un po' ma la gabbia non si staccò dal suo
posto.


- Bene, ora inizierai le tue prime pulizie - prese la scopa e me la
mise in mano, poi mi fece piegare in due, alzò la gonna e con una
manovra secca sganciò il fallo dalla cintura e lo estrasse dal mio
culo, prese la cassettina per raccogliere la sporcizia e la posizionò
appoggiata per terra in mezzo alle mie gambe aperte, lo sportellino
era rivolto in avanti e potevo vederlo con i miei occhi.


Il bastone della cassetta era lungo circa un metro ed era più spesso
nell'impugnatura dove era posizionato un but plugg, con un gesto
deciso lo infilò nel mio culo e si assicurò che non uscisse.


- Bene, ora dovrai scopare i pavimenti di tutta la casa con la scopa
che tieni in mano, avrai finito solo quando vedrò la cassettina ai
piedi delle tue gambe piena di polvere, solo allora, se ne avrò
voglia, ti toglierò il bastone, e mi raccomando, NON farlo uscire, non
sai cosa potrebbe accaderti....

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