Stamattina sono stata svegliata dal rumore della pioggia. Confusa ho
seguitato a osservare le gocce d'acqua rifrangersi contro i vetri della
finestra mentre, protetta dal calore del piumone, mi dibattevo nel
risveglio. Per nessuna ragione al mondo mi sarei allontanata dal letto
lasciando soli i miei ospiti.
Accanto a me c'erano due uomini. Uno mi aveva scopata per tutta la notte,
stringendomi forte a sé fino all'esaurimento delle forze, perché potessi
ricevere calore. L'altro, silenzioso, aveva favorito i miei eccessi di
piacere e vegliato sul mio sonno. Quello eri tu.
Tutta la notte, mentre scopavo con l'altro, ho pensato a te, perché tu eri
lì, disteso accanto a me, partecipe del suo piacere. I legàmi vanno sempre
in due direzioni. Chi come me ha accettato di farsi legare non si
considera inferiore a chi mi ha legata a sé. Legàmi e non legacci come
dici sempre tu, e hai ragione perché tu e io siamo un tutt'uno,
indissolubili.
Tutt'a un tratto ho girato il capo verso di te e ho incrociato il tuo
sguardo. Eri sveglio e mostravi gli occhi neri più profondi che non ti
abbia mai visto. In quel momento ho capito che avrei potuto tuffarmi
dentro e precipitare nel buio per sempre. Ho cominciato a piangere, tu mi
hai preso la mano e l'hai stretta forte. In quel momento ho capito che
dovevo avere fiducia in te, perché tu, silenzioso, in apparenza assente,
eri lì con tutto il tuo amore per me.
Non conosco la ragione per cui mi costringi a fare l'amore con altri
uomini, nemmeno voglio saperla. Quello che so per certo è che tu ed io non
possiamo stare lontani. Fra non molto, all'uscita dal lavoro, sarai lì ad
attendermi come ogni sera. Sono una cosa tua, ti appartengo, perché sei
l'unico uomo che riesce a trarre dal mio corpo i suoni del piacere.
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