sabato 25 dicembre 2010

Sesso di Natale

Un racconto erotico con sperma che va e viene ambientato a Natale. Buona lettura e buon natale!

"Buon Natale, streghetta mia, eccomi qua per la nostra solita festa privata:
panettone, regalino e champagne.ma.ma come diavolo ti sei conciata?".
"Come una Befana puttana, caro il mio amante e capufficio.Non fare quella
faccia: so che ti piacciono moltissimo questo genere di sorprese".
"Cazzo, Betty, se questa è una sorpresa rischio l'infarto.".
"Non essere ipocrita Gianni. Ormai conosco tutto di te: vizi, stravizi, lati
nascosti e soprattutto le porcherie che più ti eccitano".
"Sì, ma rientrare in ufficio dopo la pausa pranzo e trovare la mia
segretaria tutta inguainata in pelle e a gambe spalancate sul monitor del PC
non è cosa di tutti i giorni".
"Guarda meglio: per l'occasione mi sono anche depilata e ho fatto il
piercing sulle grandi labbra.".
"Ecco perché stamattina hai chiesto due ore di permesso. Era questo il
regalino che volevi prepararmi?".
"Già. Volevo festeggiare l'ultimo dell'anno in maniera memorabile.per quel
che serve!".
"Devo ammettere che sei fantastica, Betty: quanto ti è costata questa
lingerie sadomaso?".
"Mezzo milioncino, porcellino mio, ma sei stato tu ad insegnarmi che il
piacere non ha prezzo!".
"Hai imparato la lezione molto bene, e adesso che intenzioni hai?".
"Non lo vedi? O i tuoi occhiali si sono appannati per il sudore che ti cola
dalla fronte?".
"Vedo Betty, vedo.anche tu ti stai bagnando, la fica.vedo, vedo e vorrei
toccare.".
"Aspetta Gianni, non così presto.sì, guardami da vicino che mi eccito di
più.Lo sai che mi piace da morire sapere che un uomo mi guarda mentre mi
tocco la fica, lo sai, veroooo!":
"Sì che lo so, puttanella mia. Oddio, sento che l'uccello mi scoppia dentro
i pantaloni, non posso continuare a guardare.".
"Tiratelo fuori che voglio vederlo, dai!".
"Aspetta che chiudo la porta a chiave, sai non vorrei essere disturbato in
una pratica d'ufficio così delicata..oooh, ma così è ancora più bello,
Betty.".
"Già, così alla pecorina riesci a vederla bene la mia passerina.aspetta che
mi sistemo meglio sulla scrivania.aspetta maialino mio, non vorrei sciupare
il tuo preziosissimo PC".
"E chi se ne frega del PC, della scrivania e di tutto l'ufficio.sei tu l'
unica cosa importante per me, Betty.continua ti prego, continua.".
"Oh Gianni, fammelo vedere, tira fuori il tuo bell'uccellone.mmh..Oh, però,
che pistolone! Non vorrai mica venire subito, come un ragazzino, eh?".
"No che non vengo, troia.anzi, guarda qua. Fermati un attimo e apri il
pacchetto con il regalo che ti avevo portato. Sicuramente fa al caso tuo".
"Mmh.che dici. Dai qua che lo scarto.vediamo, vediamo..uuuh, che bell'arnese
rosa confetto! Mi sa che è più grosso e più lungo del tuo. Mmh.è freddo e
viscido: questo certamente non s'ammoscia mai e non deve fare i conti con
una moglie priva d'iniziative, vero eh?"
"Betty, che cazzo c'entra mia moglie.dai provalo, altrimenti mi s'ammoscia
davvero!".
"Uh, come sei suscettibile.aspetta un po': se ricordo bene come si
fa..ecco..mmh, mmh.".
"Sei proprio una puttana, tesoro. Sai già come si fa e si vede.sì brava,
passagli la lingua attorno, così, per tutta la lunghezza, bagnalo per
benino. poi sai dove devi infilartelo".
"Mmh, Gianni, smanettati il cazzo.mmh.aspetta che..oooh.mio Dio com'è duro e
grosso."
"Dai che quell'animale di plastica sembra fatto apposta per la tua
fica.fallo andare dentro, piano, sì, così.ooh, ti è quasi scomparso dentro."
.
"Mi piace, godo, godooo, ma voglio anche te.vieni, che aspetti a darmi il
cazzo?".
"Eccomi, eccomi.girati però.voglio vederti in faccia mentre godi: hai un'
espressione bellissima!".
"Sì, padroncino mio, dammelo in bocca: voglio sentire la tua eccitazione,
voglio sentirti pulsare dentro la mia gola .mmh, sì.mmh.".
"Succhialo Betty, succhialo.che sensazione avvolgente, ma non finisce mai la
tua gola, eh? Continua a penetrarti, bellezza e continua a.ooh, piano coi
denti, porca puttana!".
"Mmh, mhm.devo respirare un po', altrimenti soffoco.ora te lo spalmo ben
bene con la lingua.mmh, mmh.ti piace così?".
"Ancora , ancora, ragazzi che ritmo.succhia e fottiti che poi ci pensi io
alla tua passera.aspetta: non così veloce.cazzo, Betty, vuoi star ferma.o mi
farai venire?".
"Mmh, mmh.e no, padroncino mio, ora voglio godere come non mai: basta
pompini. Voglio ricordarmi di questo Natale fino a che campo. fammi tutto
padroncino Gianni, tutto, tutto, ooh.".
"E allora girati, maiala.ecco così, non mollare il pistone di plastica,
fallo andare. O come si vedono bene i tuoi buchetti, aspetta.ecco stai
ferma.bene.".
"Cosa vuoi farmi porco.basta che ti sbrighi che sto per venire!".
"Ecco.ora le senti bene queste due dita nel culo.le sentiii!".
"Cazzo se le sento.non sono abituata."
"Adesso arriva lui, sostituisco le dita al mio uccello.ecco, piano piano.ti
faccio male, vero?"
"Nooo, li sento tutti e due: continua, continua che.ooh, ooh.vado avanti
anch'io con il cazzo di plastica.vengo, sento che vengo.".
"Sì, Betty, sì, come sei stretta qui dietro, ooh.non posso guardarti,
altrimenti vengo subito, sei troppo eccitante, ooh.".
"Aah, Gianni tu e il tuo uccellone di plastica mi state spaccando
tutta..oooh, sento l'orgasmo che mi fa tremare le gambe, oooh.".
"Vengo, vengo, non ce la faccio più, Betty.".
"Sento il tuo sperma dentro di me.godo anch'iooo, Gianni, sì, sì..mi cola
tutto dentroooo.".
"Che brava che sei stata.tu sì che sai scopare.amore.".
"Che bel regalo mi hai fatto, padroncino mio.peccato che duri sempre così
poco!".
"Lo so, tesoro.ma adesso è tardi, dobbiamo andare o qualcuno s'insospettirà
per la porta chiusa.e poi, fra qualche ora è mezzanotte".
"Sì, devo proprio tornare a casa. Sai: ho detto ai miei che anche oggi avrei
fatto qualche ora di straordinario.per arrotondare.".
"Certo Betty. Eccoti 500 mila per il completino sadomaso - tienilo ben
nascosto nel tuo cassetto, eh.- e tieni altre 500 mila come dono di Natale."
.
"O che caro: sei un tesoro Gianni.stasera pensami, però.".
"Certo Betty. Pensami anche tu.e cerca di non annoiarti troppo".

Ore 23,45: a casa di Betty. Due coppie di anziani genitori che stravedono
per due giovani fidanzatini "promessi sposi".
"Questo è per te Betty". "O Paolo, ma non dovevi, chissà quanto ti sarà
costato!".
"Ma è il tuo anello di fidanzamento, tesoro: così ti sentirai più legata a
me, verooo?".
"Certo amore: però io faccio gli straordinari per arrotondare lo stipendio e
tu butti via i soldi così?".
"Dai Betty, non mettermi il muso. Lo so che ti sacrifichi tanto per il
nostro futuro: tieni una bella fetta di panettone.".

Ore 24,00: a casa di Gianni. "Papà, papà.apriamo i regali, dai dai!!!".
"Buone, buone che adesso il vostro papino vi fa vedere cosa vi ha portato
Babbo Natale".
"Su Giulia, non le fare aspettare oltre.ma guarda come si buttano su quelle
scatole.faranno cascare l'albero.piano eh.".
"Come sono contente, Gianni, non vedevano l'ora..ecco, Alessia ha trovato la
sua casa di Barbie..l'orologio Swatch. il telefonino con la scheda".
"E guarda Barbara, Giulia.beh i regali per le nostre pupe non sono mai
troppi.ecco la PlayStation ultimo tipo, le scarpe griffate Nike.e l'ultimo
dev'essere l'Orso Yoghi di peluche.".
"Papà, papà.".
"Sì, Barbara.".
"Cos'è questo coso lungo, rosa, di plastica.".
"Nooo, ehm..oddio che caz.ehm.ba-ba-babbo Natale ha sbagliato.".

martedì 21 dicembre 2010

Una puttana in discoteca

sperma discoteca
Che cosa accade quando una puttana finisce in una discoteca? Ecco, nel dettaglio, cosa può succedere. Buona lettura.

La mia Padrona aveva deciso di portarmi in discoteca. Decise lei cosa dovevo
indossare: calze autoreggenti, gonna cortissima, niente mutandine e una
canottierina di nylon nero attillatissima e trasparente, praticamente era come
se fossi nuda. Anche Marta, la padrona, indossava un vestitino trasparente;
era possibile distinguere chiaramente i numerosi tatuaggi sul suo corpo.
Venne con noi anche suo marito. Sapevo che se avevano deciso di portarmi in
discoteca invece di tenermi incatenata alla tazza del cesso, aveva in serbo
per me qualcosa di veramente eccitante...
Il nostro ingresso nella gigantesca sala non passo' certo inosservato. C'era
tantissima gente ma riuscimmo a trovare un tavolino libero. Marta ordino' una
bottiglia intera di whiskey e tre bicchieri. Verso' per lei e per suo marito,
ma non per me, "te lo diro' io quando dovrai bere" disse.
Tracannarono un paio di bicchieri, poi Marta decise che era arrivato il
momento di agire, "ok puttanella" mi disse, "adesso dovrai dimostrare alla tua
padrona quanto sei troia, trovati un uomo, portatelo al bagno e fagli un
pompino per 50.000 lire, poi torna qui. Dovrai darmi i soldi e un bacio, e
dovrai fami sentire il sapore dello sperma".
Mi alzai e andai in mezzo alla pista dimenando il mio corpo mezzo nudo in modo
molto sexy. Intorno a me si fece un drappello di uomini che mi guardavano
eccitati, mi avvicinai a uno lo abbracciai e gli sussurrai in un orecchio:
"per 50.000 ti porto in bagno e te lo succhio". Non se lo fece ripetere due
volte, mi prese per mano e mi accompagno' al bagno degli uomini. C'erano
diversi tizi ubriachi che mi guardarono stupiti. Ci chiudemmo dentro a un
cesso puzzolente, mi inginocchiai, gli tirai fuori l'uccello; ma prima di
prenderlo in bocca mi feci dare le 50.000. Comiciai a succhiare il cazzo di
quello sconosciuto fino a che la bocca si riempi' di sperma. Lo lasciai li'
con i pantaloni abbassati e mi diressi dalla mia Padrona. Poggiai su tavolo le
50.000 e ci baciammo. Durante il tragitto avevo madato giu' quasi tutto lo
sperma, ma ne era rimpasto un po' per la mia Padrona. Marta si ritenne
soddisfatta. "Brava la mia troia, ma la serata e' lunga, vai, continua,
fattene un'altro, poi potrai bere con noi!".
Altro uomo, altro sperma, altre 50.000 altro bacio...
Dopo circa una decina di pompini la voce aveva cominciato a diffondersi, gli
uomini mi venivano a cercare. La Padrona se ne era accorta, e la cosa la
eccitava. "Vai, datti da fare, fai godere piu' uomini che puoi, torna qui ogni
mezz'oretta a portarmi i soldi, ma guai a te se te lo fai sbattere nella
figa!"
Davanti al bagno degli uomini si era fatta la fila, me ne facevo tre, quattro
alla volta, avevo schizzi di sperma dapertutto, nei capelli, nei vestiti..
quanta ne ingurgitai quella notte!
Alle sei del mattino portai i soldi come avevo fatto tutta la notte, la
discoteca era ancora piena e stavo tornando al bagno. La Padrona mi fermo'
"ok, serva, basta cosi'," conto' tutti i soldi che le avevo portato, erano
circa 3 milioni. "Ma che brava, adesso si' che puoi bere con noi vero Marco?"
disse rivolgendosi al marito che annui'. C'erano due bottiglie di whyskey
vuote sul tavolo, "Dovremmo ordinarne dell'altro" disse Marco ridendo "Si, hai
ragione, adesso ci penso io". La Padrona prese una bottiglia vuota e la mise
sotto il tavolo. Marco prese un cuscino da un divanetto e se lo mise davanti
ai pantaloni per non farsi vedere, poi tiro' fuori l'uccello e orino' nella
bottiglia. "Hai visto che te ne abbiamo lasciato un po?" Disse la padrona
mentre mi riempiva il bicchiere di piscio. Tracannai tre bicchieri uno dietro
l'altro senza farne cadere una goccia. Poi la Padrona si avvicino' e mi diede
un bacio. Puzzi di sperma e di piscio, a casa sarai punita.

venerdì 17 dicembre 2010

Storia vera di sesso

Su questo blog, di solito, pubblichiamo racconti di sesso. Ma oggi facciamo eccezione, visto che c'è una storia vera molto intrigante, che prendiamo direttamente dalla cronaca:

A Vienna, in Austria,na coppia di ragazzi si è lasciata andare ad espliciti atteggiamenti di natura sessuale, in presenza anche di alcuni passeggeri, i quali hanno filmato tutto con i cellulari per poi caricare il filmato sul web.

Nelle immagini si vede un ragazzo in piedi, di spalle, con i pantaloni tirati giù, e una ragazza seduta davanti a lui a gambe aperte. Secondo i presenti, i due erano ubriachi e hanno fatto sesso come se fossero stati soli; il ragazzo, però, si vede distintamente nel video mentre si tira bene su il cappuccio della felpa per non farsi riconoscere.

I due avrebbero consumato il 'siparietto hard' sulla linea U1 Vorgartenstrasse, e le autorità stanno cercando di individuare la coppia per poterla denunciare con l'accusa di atti osceni in luogo pubblico.

Il video, intanto, ha avuto un record di click, pur essendo stato rimosso da Youtube in quanto violava la norma sui contenuti di natura sessuale e nudità.

Il video originale su Youtube è stato rimosso, accontentiamoci di questo video porno che ci racconta quello che potrebbe essere successo:

domenica 5 dicembre 2010

Un racconto di umiliazione sessuale

Bel racconto di umiliazione sessuale e stiamo parlando di sesso di gruppo. Insomma, in questo racconto si trovano un gran numero di perversioni mischiate insieme.
Elena fece girare la bottiglia con forza e determinazione. Per
questo la bottiglia impiegò un pò a terminare le sue rotazioni, ma
alla fine si fermò e la sua punta indicò proprio Maria!
Questa rimase sconvolta e quasi gridò per la sorpresa, mentre Elena
sentì che una scarica di perverso piacere le attraversava il corpo.
Era stata una fortuna incredibile, e l'avvocatessa pensò che mai
nella vita avrebbe creduto di essere in una tale posizione verso
quella stronza di Maria, verso quella perbenista piena di
preconcetti che la odiava perché era lesbica.
Maria, dal canto suo, quasi si gettò addosso a Elena
gridandole "Brutta lesbicona! Hai barato! È impossibile che ad
uscire sono stata proprio io!", ma Livio e sua moglie la fermarono.
"Ah ah" rise Elena senza scomporsi affatto "è stato il destino, cara
la mia santarellina, che mi ha fatto questo regalo, significa che ti
meritavi tutto quello che ti farò!"
"Tu non mi farai proprio niente, puttanella" le gridò in faccia
Maria "perché io me ne vado!" e si girò per andare verso la porta.

"Mia cara Maria" le fece Livio "sei proprio sicura di voler
abbandonare il gioco? Sai che ci sarebbero conseguenza non molto
allegre per te"
"Vai a quel paese tu e i tuoi maledetti ricatti" gridò lei "non ho
paura di un morto di fame come te"
"Come vuoi cara" disse la ragazza di Livio con voce divertita "sono
sicura che la polizia e i magistrati saranno felici di sapere di
tutte le frodi e tutti i traffici che hai commesso per assicurarti
il potere, e anche i tuoi lettori ne saranno incuriositi"
"Maledetti stronzi!" disse lei con rabbia "ho messo tutta la mia
energia per arrivare dove sono, e non mi farò rovinare da un paio di
pervertiti e da una lesbicona" disse e si rivolse ad Elena "avanti
troia, sono pronta, fai quello che devi fare e poi dammi quella
bottiglia"
"Sta a te cominciare, stronzetta" le disse Elena con sarcasmo e
derisione "togliti gonna e mutande, subito!"
Maria diventò rossa di vergogna, il suo corpo procace era sacro per
lei, e non si era mai spogliata davanti a nessuno quando la luce era
accesa. Qui invece c'erano ben quattro maschi, tra cui quel porco
viscido di Omar, ma la cosa che più la umiliava era farsi vedere da
quella contro natura di Elena.
Ma non aveva scelta e, cercando di dissimulare la vergogna, si
sbottonò la gonna e la fece scivolare ai suoi piedi. Gli occhi di
tutti fissavano le sue gambe, lunghe e carnose, nude e senza alcun
velo. Maria infatti non portava ne calze ne collant, ma soltanto
delle scarpe col mezzo tacco.
Sopra indossava una camicia nera, la cui lunghezza non era neanche
sufficiente a coprire interamente le sue mutandine. Maria cercò di
abbassare il più possibile l'orlo della camicia, ma quel suo
movimento, che ebbe scarso successo, finì per renderla ancora più
provocante.
Maria cercava di non guardarsi intorno, ma immaginava che adesso
tutti la stessero guardando con vivo interesse. Ed era proprio così.
Omar era già eccitato al massimo, Livio la osservava compiaciuto e
Gianni le disse "Mia cara, sei proprio interessante da guardare" e
rise.
"Avanti troietta, non farti pregare troppo" le disse Elena "togliti
anche le mutande..... sempre che tu le porti" disse anche lei con
una risata sarcastica.
Maria cercò di riacquistare la sua abituale saccenza, e rispose "io
non sono mica una svergognata come te, e come voi! E questa me la
pagherete cara!". Maria si rese anche conto che ritardare il momento
della sua umiliazione era del tutto inutile, così si abbassò le
mutande e le lasciò lì a terra. Erano un modello a culotte, ma molto
castigato.
Presa da un forte senso di vergogna Maria si sedette subito sulla
sedia, accavallando le gambe velocemente e tenendole strette, in
modo da coprire il più possibile le sue vergogne.
Era rossa e sudata, e gli occhi erano infuocati di odio.
Ma i suoi "amici" non erano per niente spaventati, anzi. Luciano
prese anche le mutandine di Maria e le osservò con l'occhio esperto
dello stilista, infine pontificò "Oh dio Maria! Che gusti retrò che
hai! Queste le portava mia nonna lo sai? Ah Ah"
Maria esplose come un fiume in piena, ricoprì Luciano di offese e lo
chiamò "brutto frocione", e poi rimase immobile ansimando.
Luciano non si scompose per niente, ma le disse semplicemente che da
una perbenista come lei non si aspettava altro che razzismo e
stupidità, poi disse ad Elena, con un sorrisetto "mia cara, dai pure
inizio alla punizione".
Elena non se lo fece ripetere e ordinò a Maria di alzarsi e di
mettere le mani sul tavolo, con il culo all'insù.
Maria non aveva scelta, e si alzò dalla sedia tremante di rabbia e
di umiliazione. La camicia le lasciava scoperta la parte finale del
suo culo perfetto, e sul davanti lasciava intravedere un pò di peli
del suo "sacro" pube. Maria se ne rendeva conto e avrebbe voluto
scomparire dalla vergogna. E la sua vergogna non era causata
soltanto dagli sguardi da porco di Omar e dalle occhiate di tutta la
compagnia, ma soprattutto ad umiliarla era farsi vedere così da
quella lesbica di Elena,quella pervertita a cui piacevano le donne.
Per arrivare al tavolo, Maria dovette passare accanto a Omar, che se
la sbirciò per bene. Appena lei fu passata Omar si alzò dalla sedia
e le venne dietro, e nel farlo toccò con la mano la sua spalla,
forse inavvertitamente. Maria si girò furiosa e gli urlò "Non mi
toccare porco pervertito!".
"E che sei di cristallo.... ah ah" rise lui "vai a farti fottere,
cara la mia principessina sul pisello, mi godrò tutto il tuo
spettacolino" e rise con la sua risata lasciva.
Maria si sentì svenire dalla rabbia e dall'umiliazione, accresciuta
anche dal fatto che la donna di Livio la guardò con una risatina di
derisione.
A questo punto la direttrice del famoso giornale cattolico si
sentiva completamente umiliata, e sapeva che era meglio sbrigarsi
con la sua punizione, perché ogni istante si sentiva venir meno.
Appoggiò dunque le mani sul tavolo e rimase per un secondo immobile,
mentre tutti la guardavano eccitati. Poi, con uno sbuffo saccente,
si tirò indietro, abbassò la faccia sul tavolo e alzò il culo.
Le sue bellissime gambe unite erano sufficienti per farar eccitare
anche un santo, mentre il culo era ancora coperto dalla camicia.
Elena, con maligna sensualità alzò piano la camicia scoprendo il
culo della sua nemica. Un mugolio di umiliazione scappò alla
santarella Maria, ma era ancora l'inizio.
Elena le ordinò di allargare le gambe e lei dovette ubbidire.
Divaricate le cosce la sua fica si aprì oscenamente davanti a tutti,
mentre i peli pubici spuntavano da dietro, ricci ed eccitanti.
Maria emise un "ohhhhh" umiliato. Era esposta davanti agli sguardi
perversi di quegli schifosi.
Gianni la guardò in faccia e le disse "è proprio uno spettacolo
piacevole, cara la mia suora" ma lei era troppo presa dalla vergogna
per rispondere. Anzi, abbassò lo sguardo sul tavolo e cercò di
estraniarsi dalla situazione. Ma si riscosse subito sentendo che
Omar diceva ad Elena "toh, prendi questa, sarà un onore per la mia
cinta frustare il culo di questa stronza".
Maria si girò e voleva dire a tutti quanto li odiava, ma fu zittita
dalla prima "frustata" che colpì il suo gluteo sinistro.
Non era stata molto forte e Maria emise soltanto un piccolo
gridolino, ma lo stesso la paura si impadronì di lei insieme alla
fortissima umiliazione.
"Zoccola, è quello che ti meriti per la tua ipocrita perbenaggine"
le disse Elena e le vibrò un'altra cinghiata, colpendo entrambi i
glutei.
"Aaaaah brutta stronza te ne pentirai" urlò Maria, ma Elena continuò
a frustarla sempre più forte.
"Sei soltanto una puttanella" continuava a gridarle Elena, come se
non bastasse già l'umiliazione delle frustate "questo ti servirà
proprio di lezione"
Maria gemeva ed urlava di dolore, ma ebbe un sussulto quando vide,
con la coda dell'occhio, che Angela, la donna di Livio, stava
prendendo una macchina fotografica!
"No questo non p nei patti!" urlò Matria girandosi, ma Elena la
frustò con una forza unaudita.
"I patti sono quelli che voglio i, cara la mia stronzetta" le
rispose Livio, mentre lei ancora non si riprendeva dal dolore
dell'ultima frustata.
"Io.... ohhhhh.... maledetti" riusciva soltanto a dire Maria.
"E questi sono per gli articoli anti-omosessualità che pubblichi sui
giornali" disse Elena e le assestò un'ultima serie di frustate,
mettendoci tutta la forza residua, mentre ad ogni frustata un flash
ricordava a Maria che la sua umiliazione veniva ben immortalata.
Elena si era eccitata da morie, aveva addirittura paura che i suoi
umori le colassero fino ai piedi, visto che non aveva più le
mutandine. Gli altri avevano assistito in un crescendo di
eccitazione, e anche Luciano, benché gay, aveva goduto a vedere
quella santarellina frustata ed umiliata.
Omar poi aveva infilato la mano nella tasca destra dei suoi
pantaloni, che teneva sempre bucata, e da li era arrivato a
masturbarsi il cazzone e per poco non era venuto nei pantaloni.

Esausta per la forza immessa nelle frustate Elena si riposò
soddisfatta sulla sedia. Maria cercò di ricomporsi, ma aveva la
faccia rossa e alcune lacrime le bagnavano il viso. Il suo culo era
rosso e con alcune tumefazioni dovute alla forza dei colpi.
"Adesso posso riavere i miei vestiti" disse a Livio guardandolo con
odio
"Ma certo che... no" rise lui "la regola qui è che quando qualcuno
perde qualcosa.... la perde e basta"
Maria se l'aspettava ma fu lo stesso un annuncio sconvolgente per
lei. Si sentì impazzire di vergogna ma, per cercare disperatamente
di mascherare la cosa, girò la faccia a Livio e andò alla sua sedia
senza fiatare. Si sedette e subito urlò di dolore, per il contatto
della sedia con il suo culo torturato.
Immediatamente e velocemente accavallò le gambe, mugolando di
vergogna.
Angela l'aveva fotografata con una polaroid, così fu subito in grado
di dare a tutti i presenti un pò di fotografie di Maria.
Lei sopportò quest'ultima umiliazione cercando di trattenersi, anche
se balzò quasi dalla sedia quando Elena chiese di poter tenere un
po' di foto e Angela le disse di si.
"Così la prossima volta che scrivi qualcosa contro le lesbiche" le
disse Elena "e citi ME descrivendomi come una debosciata, avrò
anch'io un paio di belle notizie da dare ai giornale, con tanto di
foto".
"Te le farò risputare quelle foto, stronza" le gridò Maria, e poi si
fermò a riflettere.
"Molto bene" disse dopo un paio di secondi "Così io sono quella
retrograda e voi siete i grandi viveur, vero? Allora vediamo chi di
voi ha il coraggio di andare a prendere un caffè qui al bar sotto la
via.... completamente nudo!"
Tutti ammutolirono.
"Se siete tanto moderni e disinvolti... beh... voglio vedere che
faccia fate a sputtanarvi davanti a tutti.... sarà un vero piacere
guardarvi"
"Ma.... Tu sei pazza" le urlò Laura echeggiata da tutti "a parte la
vergogna..... chi farà questa cosa verrà arrestato!"
"Ah ah.... i due o tre poliziotti che stanno in questo quartiere di
periferia li conosciamo tutti, da bambini, da quando venivano qui
alla casa del Barone insieme agli altri coetanei. Sono sicura che
chiunque di noi sarebbe in grado di convincerli.... in qualsiasi
modo.... ah ah".
Questa di Maria era proprio una penitenza con i fiocchi, ma tutti
avevano troppo da perdere.
Maria si alzò dalla sedia e, cercando di coprirsi il più possibile,
si chinò e fece girare la bottiglia, che tutti seguirono con gli
occhi e con il fiato sospeso, mentre Livio sorrideva compiaciuto.

mercoledì 1 dicembre 2010

Un pene enorme

Un pene davvero enorme, leggete qui che racconto!

Era il '90 e noi militari a Trieste ci si trovava spesso in un
gruppetto di compagni con in comune l'età breve e il pensiero
costante della gnocca.

Tra noi 4 vi era uno spilungone , Ciano chiamato per antonomasia
-tre gambe-, ancora verginello principalmente a cagione della
mentulona che si ritrovava e che temeva di usare per non impigliarsi
con la giustizia. Spesso legava cotanto pene con delle bende
in due riprese in modo da non strozzarlo e se lo appendeva al collo;
lo teneva in su anzichè lasciarlo andare in giù perchè 35 cm di lunghezza,
e relativo diametro, potevano generargli situazioni incresciose.
Un dramma continuo, un tormento.,- che farsene?! - diceva spaventato....

Si è pensato allora di aiutarlo per il battesimo carnale ricorrendo
all'aiuto delle professioniste. Si sapeva che v'era una 'casa di cura'
di prostitute casalinghe ove si risolvevano anche queste emergenze;
per essere più sicuri del risultato abbiamo pensato fosse meglio
aggiungere un paio di buoni bicchieri di vino a entrambi gli attori.
La madre, la Maitresse Vanda, gestiva normalmente la slava spigolosa
di nome Katiuscia e saltuariamente concedeva la figlia,
Aldona di circa 40 anni, cicciotta e muta dalla nascita.
Si propende per Aldona all'unanimità, ritenendla meno a rischio.
Si concordano le modalità, si perfeziona la fase preparatoria
con opportuni discorsi portando i due bicchieri di buon vino;
infine si giunge alla fase esecutiva accompagnando i due in camera,
ricordando nuovamente alla donna che sarebbe stato un rapporto
molto speciale speciale, qualcosa d'inedito forse.
Noi tre più le due donne fuori della porta ad ascoltare i rumori; ed
è così che dopo circa 5 minuti si ode un acutissimo strillo della Aldona:
l'eccezionale attrezzo aveva 'fatto parlare la muta'.
L'utero contuso, ma anche la voce portentosamente comparsa
richiedevano festeggiamenti particolari. Che vennero ....